Genshin Impact è uno dei videogiochi di maggior successo degli ultimi anni. Un vero e proprio fenomeno arrivato forse inaspettatamente a colpire il mercato in pixel e poligoni, e che ha saputo catturare milioni di videogiocatori là fuori su PC, dispositivi mobile e console PlayStation.
Merito degli sviluppatori cinesi di miHoYo, che hanno plasmato un actionRPG a mondo aperto accattivante e sempre ricco di nuovi contenuti, rilasciati a cadenza regolare assieme a eroi inediti e ambientazioni tutte da esplorare.
C’è però chi si è fatto decisamente prendere troppo la mano dal videogame, tanto da spendere una piccola fortuna nella speranza di ottenere armi e potenziamenti per i propri personaggi. E finendo inevitabilmente “imprigionato” tra le maglie di meccaniche gacha tipiche di produzioni come Genshin Impact.
Il caso arriva da Singapore, con una ragazza di 18 anni che ha prosciugato la carta di credito del padre proprio nelle microtransazioni opzionali incluse nel titolo. A raccontarlo è il notiziario The Straits Times, citato dal sito GameRant: il signor Lim Cheng Mong, dopo essere stato contattato dalla sua banca a causa di 89 misteriose transazioni sul suo conto avvenute in sei settimane, ha pensato di essere stato vittima di un furto online. In realtà, la stessa banca ha spiegato che le transazioni non erano fraudolente, ma legittime e autorizzate.
A farlo era stata proprio sua figlia, che aveva mandato il conto in rosso di circa 15.000 dollari, più o meno 13.000 euro al cambio attuale. La banca è riuscita a rimborsare il signor Cheng Mong per soli 6.500 euro grazie alla denuncia dell’uomo, mentre il resto non era più recuperabile nel registro di transazioni avvenute in Genshin Impact.
Si tratta insomma dell’ennesimo episodio in cui un genitore finisce preda di monetizzazioni digitali legate ad un videogioco. Il consiglio, in scenari di questo tipo, resta sempre quello di attivare il maggior numero di procedure di sicurezza possibili, per evitare che vengano eseguiti pagamenti in serie senza previa autorizzazione.