L’annuncio di un nuovo capitolo di The Witcher da parte di CD Projekt RED ha per ovvi motivi fatto impennare l’hype di un po’ tutti i videogiocatori là fuori. Non solo quelli che hanno apprezzato la trilogia di Geralt di Rivia, ma anche chi si è avvicinato alla saga grazie alla serie TV di Netflix.
Un titolo, questo quarto capitolo, che darà inizio ad un nuovo filone narrativo, e che utilizzerà l’Unreal Engine 5 abbandonando il motore grafico proprietario della software house polacca, il REDengine.
Una scelta che pare saggia a fronte dei problemi tecnici che hanno macchiato il più recente Cyberpunk 2077, ma che ha generato tutta una serie di dubbi tra gli esperti di settore, primo fra tutti Richard Leadbetter, Technology Editor di Digital Foundry.
Per il giornalista, come spiegato nel suo ultimo speciale, il passaggio dal REDengine al nuovo ecosistema di sviluppo basato sull’ultima iterazione di Unreal Engine rappresenta un vero e proprio “cambiamento sismico” per una software house che, nel corso degli ultimi anni, ha investito tempo e risorse per aggiornare il proprio motore grafico multipiattaforma. Lo stesso Leadbetter, però, ritiene che le modifiche apportate al REDengine siano al tempo stesso il punto di forza e di debolezza di un motore grafico che, se fosse stato scelto per concretizzare la visione next-gen della Nuova Saga di The Witcher, avrebbe dovuto comunque subire una nuova trasformazione dopo Cyberpunk 2077.
La collaborazione con Epic Games va dunque intesa come una strategia di più ampio respiro, che partirà proprio con il nuovo capitolo di The Witcher e con quello che di fatto è il “il motore grafico del futuro”. Solo il tempo potrà rivelarci se si tratta di una politica vincente o meno.